fermo.mosso.caminante

Per comprendere le ragioni dell’altro bisogna innanzitutto modificare le proprie ragioni, prendersi del tempo, avventurarsi oltre confini invisibili, mettersi in dubbio, infine ritornare dal viaggio e raccontare, per conoscere e comprendere gli infiniti “altri” intorno a noi.

Il lungo percorso nella Comunità dei Caminanti da noi iniziato nel 2010 si riassume in questo “valzer delle intenzioni”: abbiamo deciso di capire chi fossero i Caminanti, cosa volessero dalla città di Noto, da dove venissero, ma soprattutto quali verità si celassero dietro le tante storie da sempre ascoltate ma mai vissute.
Quello che abbiamo incontrato non possiamo riassumerlo in poche righe, forse nemmeno in tante, e non basterebbe un solo film, un libro o qualche centinaia di foto: per questo abbiamo deciso di dare vita al progetto Fermo.Mosso.Caminante che riunisca tutti i frammenti del mosaico “Caminante” e racconti le storie e le umanità di una intera comunità.

.fermo.mosso.caminante. mostra la comunità girovaga dei “Caminanti”, residenti a Noto da oltre 60 anni e portatori di “estraneità” antropologiche, culturali, figurative, simboliche. La ricerca svolta da frameOFF cattura i momenti quotidiani della vita dei caminanti, le dinamiche “dialogiche” con la città, le sue pratiche politiche e i meccanismi economici.
.fermo.mosso.caminante è un progetto anomalo, frutto dell’incontro tra differenti linguaggi di espressione visuale e lo studio costante e partecipato “sul campo”, un esperimento di sintesi assolutamente nuovo nel panorama nazionale, un lavoro di ricerca artistica e di analisi antropologica, per una descrizione variegata del gruppo dei Caminanti e dei loro collegamenti con il mondo esterno. Il lavoro coniuga video, fotografia, testi e musica, attraverso l’uso di mezzi produttivi “poveri” declinando lo sguardo d’indagine verso una totale ” ricerca autonoma”.
I “Caminanti” vivono a Noto, Siracusa, da oltre 60 anni e formano una comunità di qualche migliaio di persone. Seminomadi, girano per la Sicilia e l’Italia vendendo palloncini o come arrotini, ombrellai e stagnini, continuando la tradizione dei vecchi carrettieri. Altri vivono isolati all’interno del quartiere, tra i propri simboli e la propria cultura che a tratti si lega ancora a quella di una Sicilia pre-urbana. Per la prima volta molti di loro sono riusciti a creare uno scambio partecipando a questo film, condividendo le proprie esperienze, i mestieri, le storie spesso tragiche, le opinioni e i momenti più importanti della vita del gruppo lungo un arco di due anni. Nasce così un ritratto della comunità complesso e variegato, anomalo ma compatto, realizzato attraverso uno sguardo che non tende al commento, che lascia l’occhio libero all’osservazione di quella che possiamo definire una cultura esistente a sé, ma che si trasforma nonostante tutto e tutti.
Ritenere che esista qualcosa di originario come una cultura, spesso legata all’idea di una lingua anch’essa autentica, equivale a pensare tale cultura e tale lingua come entità pure e incontaminate. Il potere statale, attraverso il controllo che deriva dalla sua sovranità territoriale, cerca in ogni modo di trovare un fondamento, qualcosa che protegga queste culture da qualsiasi forma di cambiamento. Viene meno qualunque dimensione “negoziale”, “interattiva” e “dialogica” che sta alla base di ogni processo vitale. Le immagini-schema che il sistema produce divorano i meccanismi di questi processi. Tutto ciò che è Fermo è di riflesso controllabile, adattabile, manipolabile.

Italia, 2013
01:00:00, documentario

CREDITS
Produzione FrameOff
Regia F. Di Martino, F. Valvo e G. Portuesi
Fotografia di scena Maria Vittoria Trovato
Montaggio Corrado Iuvara
Musiche Giovanni Fiderio
Suono Flavia Ripa